Serena ha inaugurato da pochi mesi il food blog Quaderni Golosi, foto e ricette di sua produzione. Molto attenta all’alimentazione soprattutto da quando è diventata mamma, privilegia prodotti bio e a km 0.
Perché un foodblog?
Per raccontare agli altri la mia passione, quella per il cibo, e per condividere con gli altri emozioni, idee, punti di vista e sensazioni, oltre che ricette. Ho iniziato il mio blog, Quaderni Golosi, a fine novembre (2010): a dicembre sono andata avanti un po’ a rilento perché con le vacanze non ero in casa per fare ricette e foto e poi da gennaio mi sono impegnata a fondo, anche se vorrei fare ancora di più perché ho tante idee per rendere più interessante il blog ma poco tempo per realizzarle.
Cos’è per te il cibo e perché raccontarlo online?
E’ innanzitutto amore, perché preparare da mangiare per gli altri, per me, è un gesto di amore, e poi è convivialità perché intorno ad un tavolo ci si ritrova, si parla, si discute, si scambiano idee. Era da tanto che volevo aprire un blog ma mi mancava sempre la spinta e poi, visto che da ottobre 2010 ho perso il lavoro, mi sono detta che non c’erano più scuse od alibi per non aprire un mio blog di cucina.
Le ricette che proponi sono tutte realizzate e fotografate da te?
Si tutte quante! Ho ricevuto per regalo, a Natale, una macchina fotografica sicuramente più “professionale” di quella che avevo prima ed ora sto imparando ad utilizzarla al meglio. Ci vorrà un po’ di tempo anche perché non si diventa fotografi dall’oggi al domani.
Da quando sei mamma dai più importanza all’alimentazione?
Ho sempre attribuito molta importanza all’alimentazione, al mangiare sano e bene ma, devo riconoscerlo, da quando ho iniziato lo svezzamento di mia figlia sono ancora più attenta a questo aspetto. Ho letto e mi sono informata molto sui benefici effetti di un’alimentazione biologica e propongo spesso a mia figlia cibi bio. Quando era ancora piccolina, privilegiavo le creme di cereali bio senza additivi ed aromi aggiunti, omogeneizzati di carne e di frutta bio, formaggini da sciogliere nella pastina senza polifosfati aggiunti. Ora che mangia come noi, sto ugualmente attenta: cerco di darle sempre latte bio oppure latte crudo a km0, evito merendine e dolcetti di preparazione industriale… insomma a volte mi rendo conto di essere un po’ troppo “rigida” con la sua alimentazione però anch’io sono cresciuta così e vorrei trasmettere a mia figlia gli stessi valori in ambito alimentare che hanno accompagnato me, dapprima nell’infanzia e poi nella vita adulta.
Perché tanto successo dei foodblog negli ultimi anni secondo te?
Penso che ci sia un ritorno alle tradizioni gastronomiche, al mangiare sano ed equilibrato: il successo di tanti blog di cucina è legato a questa nuova tendenza che spero sia duratura nel tempo. Vero è che il divario tra coloro che mangiano sano ed equilibrato e quanti invece preferiscono un’alimentazione di tipo più industriale si sta ampliando sempre di più. E’ ovvio che in una situazione economica difficile come quella che viviamo attualmente, se si vuole mangiare bene occorre avere un budget conseguente e forse è più semplice ed economico privilegiare il junk food. Basti pensare a quanto accade negli Stati Uniti dove l’obesità è oramai considerata una malattia sociale: e proprio l’obesità è ampiamente diffusa nella fascia della popolazione più povera… è ovvio che quando un hamburger+ patatine fritte costano poco più di $1 mentre una bistecca ed un’insalata almeno il doppio, una persona con delle limitate possibilità economiche tende a privilegiare il fast food che lo riempie nell’immediato ma che, alla lunga, provoca degli effetti devastanti.
Qual è la ricetta alla quale sei più legata?
L’arrosto morto di zia Checca senz’ombra di dubbio: è un arrosto di vitella cotto a fuoco lentissimo nella sua acqua ed era una ricetta che la mia madrina, zia Checca appunto, ha tramandato a mia mamma e che mia mamma ha trasferito a noi. E’ una ricetta semplice ma, nella sua semplicità, saporita ed adorata dai bambini. E poi, ma questa ricetta è molto legata alla mia città d’origine, Roma, i carciofi alla giudia che mi fanno letteralmente impazzire.
foto di Serena Santolamazza
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